Il Corpo e il Carattere

a cura di Chiara Brentan (2014)

 


§  Il Carattere si può definire come il sistema di difese che l’organismo adotta per proteggersi dalle frustrazioni ambientali rispetto ai propri bisogni e in origine è funzionale alla sopravvivenza.  Il sistema di difese è sia emotivo/psicologico sia corporeo: l’intero organismo si ri-organizza adattandosi all'ambiente e assumendo diverse modalità di gestire i propri processi energetici. Questo dà forma a diverse sembianze corporee in quanto coincide con una diversa struttura muscolare, una diversa distribuzione dell’energia nel corpo e diversi blocchi energetico- muscolari in diversi punti del corpo.

 

§  La nevrosi/il malessere, avviene a causa del cristallizzarsi nell'organismo di questo sistema difensivo che da un lato protegge da alcune frustrazioni, dall'altro lato ne limita la funzionalità o anche protrae le frustrazioni in modo disfunzionale mantenendo le stesse difese anche in presenza di un ambiente diverso da quello originario

 

§  La ferita dei ‘non amanti’: ognuno di noi, in modi diversi, è cresciuto in un ambiente almeno parzialmente imperfetto e ha dovuto adattarsi a questo nel modo migliore secondo le proprie possibilità.

Le ferite che abbiamo ricevuto, gli adattamenti che abbiamo compiuto, creano oggi il filtro al nostro modo di percepire il mondo, di stare con noi stessi e di relazionarci con gli altri. Le mancanze che abbiamo ricevuto sono oggi limiti alle nostre stesse capacità: la quantità di energia di cui disponiamo, il modo in cui la utilizziamo, la nostra capacità di sentire e provare emozioni e sentimenti e di poterli esprimere, di tollerare il dolore, di dare e ricevere, il modo in cui ci piacciamo e il coraggio di asserire le nostre idee e la nostra capacità di amare dipendono anche dai nostri limiti sia psicologici che corporei.

 

 

I diritti fondamentali dell’essere umano, la frustrazione e il carattere.

Diritto/bisogno fondamentale

Ambiente

Età

Reazione organismica

Carattere

Esistere

Freddezza/ostilità, cure apparenti ma anaffettive, rifiuto inconscio della madre, incidenti e pericolo di vita durante gravidanza e parto.

 

Dalla Gravidanza ai primi mesi

Terrore e rabbia distruttiva.

Energia vitale congelata all'interno del corpo, bassa sensibilità a sensazioni ed emozioni, rifugio nell'intelletto e nella mente, fragilità delle giunture e blocco muscolare energetico a collo e diaframma.

Schizoide

Avere Bisogno

Abbandono reale o affettivo.
Carenza di cure e/o di contatto.

Difficoltà in allattamento

Primi mesi di vita, allattamento

Rabbia vorace.

Tensioni a mascella, gola e braccia. Difficoltà a chiedere e tacite aspettative, più facile dare che ricevere, aggressività auto diretta, rassegnazione e tendenze depressive.

 Orale

Ricevere Sostegno alla propria Autonomia, Essere Amati come si è

Umiliazione e/o sfruttamento per i bisogni degli adulti, manipolazione.

1-2    anni

Blocco al diaframma, energia spostata verso la parte alta del corpo.

Tensione agli occhi.

Tendenza al controllo dell’ambiente e alla manipolazione per non sentirsi umiliati e impotenti. Creazione di un’immagine di sé non aderente alla realtà.

Psicopatico e Narcisista

Imporsi

Schiaccia, invade, reprime la libertà.

2 anni

Rabbia   e sfida.

Accondiscendenza.

Molta energia, bloccata in tensioni muscolari alle cosce, pelvi, gola e collo.

Muscolatura ampia, potente, contratta.

Masochista

Amare sessualmente

Rifiuto della naturale sessualità del bambino oppure seduzione e rifiuto

3-4 anni

Spostamento dell’attenzione dall'amore al successo.

Tensioni alle pelvi e mascella. Attrarre a sé ma difficoltà a lasciarsi andare e ad aprire il cuore all'amore o far convergere sessualità e amore.

Rigido

§  Verso la libertà: arrendersi al corpo.  Possiamo essere liberi, nonostante il nostro carattere, non facendone il nostro destino. Infatti la bioenergetica si propone di allentare il sistema di difese tipico del carattere sia sul piano emotivo che fisico:

-          Potenziando la consapevolezza dei nostri reali bisogni e delle difese che provocano reazioni disfunzionali.

-          Allentando i blocchi muscolari e ampliando le nostre possibilità espressive. Per esempio recuperando la possibilità di usare liberamente la voce, di dire di sì e di no, di protenderci, di entrare in contatto e di avvicinarci agli altri, di proteggerci, di esprimere la nostra rabbia con modalità appropriate così come la nostra tristezza o la nostra gioia.

La via è il corpo stesso. E’ attraverso il corpo che possiamo aumentare la nostra sensibilità e la nostra consapevolezza, riequilibrare le nostre energie e rilasciare i nostri blocchi e le nostre inibizioni.

Prima di incontrare le frustrazioni dell’ambiente e di auto imporsi dei limiti, l’organismo è dotato di tutto ciò che gli serve per godere della vita in modo appagante e soddisfacente. Il corpo ha memoria di quel bambino naturale, non ancora ferito, che siamo stati, istintivamente in contatto con i nostri bisogni e con la possibilità di esprimerli.

 

§  Il Corpo è il Maestro. Il sociologo Zygmund Bauman definisce ‘Liquida’ la nostra società: il moltiplicarsi delle opportunità e delle possibili scelte è solo apparentemente sinonimo di maggiore libertà, l’effetto è spesso quello di ritrovarci incerti e disorientati per cui troppe possibili scelte = a nessuna scelta….

La bioenergetica ci riporta ad un’etica naturale che parta dai bisogni semplici dell’essere umano come organismo vivente, parte della natura e del cosmo, attraverso il corpo.

La persona che è in contatto col proprio sentire è presente a se stessa e non è        disorientata.

Quando perdiamo il contatto col nostro sentire andiamo alla ricerca di punti di riferimento esterni, o ci uniformiamo alla ‘norma culturale’, o inseguiamo valori sociali quali il successo e la ricchezza, con l’illusione che possano appagarci.

Il corpo ha una sua saggezza e attraverso il contatto con le nostre sensazioni ed emozioni possiamo recuperare le nostre naturali capacità di sentire ciò di cui abbiamo bisogno, di autoregolarci,  di muoverci nel mondo con grazia e di relazionarci con gli altri con rispetto verso di loro e verso noi stessi.

 

§  Trascendere le ferite. “Si può predicare l’amore a chi ha lo spirito infranto e l’animo colmo di odio, ma la predicazione rimarrà senza efficacia, perché solo se riusciremo e ristabilire l’integrità del suo spirito, il suo amore riemergerà…” (Lowen A., 1990). Spesso è necessario tornare alle nostre ferite e ai nostri limiti per recuperare il nostro essere libero. Il viaggio verso la salute e la grazia passa attraverso il recupero delle emozioni rimaste compresse nella nostra armatura caratteriale e dalle quali ci siamo protetti con le nostre difese: il dolore, la rabbia, la paura…

Limitando la nostra respirazione e irrigidendo il nostro corpo abbiamo provveduto a sentire di meno le emozioni dolorose; disgraziatamente siamo però anche meno in grado di sentire le emozioni piacevoli e siamo limitati nel rapporto con noi stessi e con gli altri.

Approfondendo la nostra sensibilità riemergono le emozioni dolorose che oggi siamo però in grado di tollerare e di imparare a gestire. Rientriamo in contatto con bisogni nascosti, a cui oggi siamo però in grado di cercare risposte appropriate. Recuperiamo infine il contatto con noi stessi, con chi siamo, e con le nostre capacità affettive e di apertura verso il mondo.

 

§  Le emozioni che curano.  L’educazione e la società ci insegnano a reprimere le emozioni: piangere è per molti imbarazzante e fin da piccoli ci insegnano a stare fermi, zitti… buoni.

Il contatto con le nostre emozioni è alla base della vitalità del nostro corpo e del sentimento della nostra integrità. Le emozioni sono un flusso energetico che percorre il nostro corpo: le emozioni tenere (gioia, amore, tenerezza ma anche la tristezza ecc…) percorrono la parte frontale, mentre le emozioni aggressive come la rabbia percorrono il dorso. Negli occhi si incontrano entrambi i flussi: tenerezza e aggressività. Così come le braccia possono esprimere e mettere in movimento sia la tenerezza (per esempio protendendosi in un abbraccio) sia l’aggressività (per esempio protendendosi per prendere o per colpire).

Le emozioni represse generano emozioni parassite. Per esempio la tristezza trattenuta, a volte fino a divenire inconscia, genera disperazione; la rabbia trattenuta genera il rancore, l’insofferenza, il vittimismo, oppure la collera che può esplodere nella furia cieca e senza controllo.

Nel nostro processo verso la libertà alcune emozioni ci possono particolarmente aiutare e le possiamo recuperare proprio attraverso l’espressività. Infatti è il movimento, la possibilità di esprimere un’emozione, che ci per mette di sentirla.

Il pianto per esempio, è definito da Lowen l’emozione liberatoria. Infatti il pianto ci permette di sentire la tristezza, di accettare il nostro presente e il nostro passato e di poter andare oltre: “Il pianto è il tentativo del corpo di sciogliere una sofferenza che fa seguito ad un’offesa” (Lowen, 1994). Esso, soprattutto quando coinvolge tutto il corpo attraverso i gemiti e i singhiozzi, scioglie anche le tensioni muscolari connesse alla repressione della tristezza, che riguardano le vie respiratorie, il canale alimentare, il diaframma e il ventre.

La rabbia invece è definita l’emozione che guarisce.  La rabbia è la reazione naturale quando si subisce un attacco alla nostra integrità o un’invasione del nostro spazio ed è tesa a restaurare un equilibrio positivo tra noi e il mondo esterno. Quando questa reazione è bloccata e la persona non è in grado di arrabbiarsi e quindi di proteggersi, subentra la paura, mentre la rabbia scioglie la paura. Spesso anche la paura è repressa e la persona si sente semplicemente poco vitale, spenta. Mentre la rabbia è un’emozione vasodilatatrice che aumenta il flusso del sangue e la respirazione e tende a sciogliere, la paura così come il livore e il rancore sono ‘emozioni parassite’ vasocostrittrici che tendono a contrarre, a interrompere il flusso energetico e la sensazione di integrità dell’organismo creando piuttosto delle scissioni e dei blocchi che difendono dal pieno contatto con l’emozione originaria.

La repressione della rabbia tende a produrre il suo perdurare in modo sotterraneo, per cui a volte può riemergere in modo esplosivo, oppure semplicemente protrarsi come rancore;

al contrario solo recuperando alla coscienza il contatto con la propria rabbia e la possibilità di esprimerla, è possibile andare oltre e arrivare all’esperienza del perdono.

Nella pratica bioenergetica vengono proposti specifici esercizi tesi a mobilitare il pianto o a esprimere la rabbia in modo non distruttivo. Familiarizzare con le proprie emozioni permette di ‘cavalcarne l’onda’: sentirle pienamente ma non farsene travolgere, bensì poterle tollerare e poterle esprimere con padronanza di sé.

 

§  Dall'egoismo all'amore. “Ogni emozione ha una doppia faccia. Anche l'egoismo: se si declina come sopraffazione degli altri, è dannoso, non solo a loro, ma anche a noi stessi, perché causa sfiducia, odio, livore. Se invece si esprime come una sana fiducia in sé stessi, come consapevolezza della capacità di dare beneficio agli altri, allora è utile e positiva». (Dalai Lama, 2012)

Per poter aprire il proprio cuore all'amore e alla compassione o empatia verso gli altri, è necessario avere solide basi: sapere chi siamo, essere in contatto con i nostri sentimenti e saper distinguere ciò che proviamo noi da ciò che l’altro sta provando, sentire la fiducia di poter andare nel mondo essendo in grado di proteggerci, sentire la possibilità di protenderci verso ciò che desideriamo ed esprimere ciò che sentiamo, sentire di essere in grado di appagare i nostri bisogni, di proteggere i nostri confini e di regolare la distanza e la vicinanza con gli altri nel rispetto di noi stessi.

Senza questo sano egoismo, questa cura di noi stessi, è difficile sviluppare una parte adulta di noi in grado di essere veramente presente con noi stessi e con gli altri.

Può darsi che sviluppiamo allora una dipendenza nei confronti degli altri, oppure che nascondiamo il nostro bisogno di ricevere ogni volta che ci affanniamo a donare, o che siamo accondiscendi ma poco sinceri, oppure ancora che siamo prodighi ma non in contatto con i nostri limiti e ci diamo da fare oltre le nostre forze, inseguendo un ideale narcisistico e onnipotente di noi che non rispetta i nostri semplici bisogni di esseri umani…

“Per poter avere un cuore aperto, un individuo deve essere abbastanza sicuro di sé da rischiare la delusione e abbastanza forte da poter affrontare la paura di essere solo.” (Lowen, 1965).

Le nostre stesse difese sostengono la separazione tra mente, cuore e sessualità. Quando il senso di noi stessi è integro e l’energia può fluire liberamente nel nostro corpo, l’emozione dell’amore, che è connessa al piacere,  attraversa sia il cuore che il bacino dove può trovare appagamento nella sessualità.

 Spesso però è difficile amare con tutto il cuore una persona, oppure incontriamo ostacoli nel far convergere amore e sessualità sulla stessa persona oppure ancora la nostra sessualità non è realmente appagante perché non possiamo permetterci di abbandonarci ad essa. Attraverso la bioenergetica possiamo facilitare la nostra connessione tra amore e sessualità, la nostra apertura ai sentimenti e la possibilità di lasciare andare il nostro Ego nell'esperienza dell’orgasmo: “Tutte le relazioni in cui interviene l’amore sono caratterizzate da un desiderio di vicinanza, sia spirituale che fisica, alla persona amata (…) Il lato spirituale della vita può essere separato da quello fisico solo a rischio di distruggere l’unità e l’integrità dell’individuo”. (Lowen, 1965).

 

Bibliografia

Alexander Lowen

  • Lowen A. (1965), Amore e orgasmo. Tr. It. Feltrinelli, Milano,1992.
  • Lowen A. (1988), Amore sesso e cuore. Tr. It. Astrolabio, Roma 1989.
  • Lowen A. (1994), Arrendersi al corpo. Tr. It. Astrolabio, Roma 1994.
  • Lowen A. (1975), Bioenergetica. Tr. It. Feltrinelli, Milano, 1983.
  • Lowen A. e L. (1977), Espansione e integrazione del corpo in bioenergetica. Manuale di esercizi pratici. Tr. It. Astrolabio, Roma 1979.
  • Lowen A. (1985), Il linguaggio del corpo. Tr. It. Feltrinelli, Milano, 1978.
  • Lowen A. (1983), Il narcisismo. Tr. It. Feltrinelli, Milano, 1985.
  • Lowen A. (1970), Il piacere. Tr. It. Astrolabio, Roma, 1984.
  • Lowen A.(1972), La depressione e il corpo. Tr. It. Astrolabio, Roma 1980.
  • Lowen A. (1990), La spiritualità del corpo. L’armonia del corpo e della mente con la bioenergetica. Tr.it Astrolabio, Roma 1991.
  • Lowen A. (2004), Onorare il corpo, la nascita della bioenergetica nell’autobiografia del suo fondatore. Tr. It. Xenia, Milano, 2011.
  • Lowen A. (1980), Paura di vivere. Tr. It. Astrolabio, Roma 1982.

 

Altri autori

  • Gyatso Tenzin (Dalai Lama, 2012), La felicità al di là della religione. Una nuova etica per il mondo. Sperling&Kupfer.
  • Helferich C. (2008), Due animali in una stanza. Diario di controtransfert. Franco Angeli, Milano
  • Jhonson Stephen M.(1985), La trasformazione del carattere. Tr. It. Astrolabio, Roma 1986.
  • Marchino L. (1995), La Bioenergetica. Anima e corpo. Xenia, Milano.
  • Marchino L. e Mizrahil M. (2012), La forza e la grazia.  Commento alla pratica bioenergetica. Bollati Boringhieri, Torino.
  • Ponticelli R. (2005), Emozionarsi fa bene. Xenia, Milano.
  • Reich W. (1949), Analisi del Carattere. Tr. It. Sugarco Edizioni, Varese, 1973.
  • Shellenbaum P. (1991), La ferita dei non amati. Red Ed., Como.

 

Contatti:

dr.ssa Chiara Brentan

Cell. 3480365381

chiarabrentan@gmail.com

www.psicologabioenergetica.jimdo.com

 

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